Edward Bach e i suoi Fiori guaritori


Edward Bach e i suoi fiori guaritori

di Tamara Macelloni

Edward Bach nacque il 24 Settembre 1886 a Mosely, un paesino a tre miglia da Birmingham, in Warwickshire, in Inghilterra. Era un bambino delicato, con difficoltà di salute nei primi anni vita, crescendo diventò più robusto, dimostrando un forte amore per la Natura fin da ragazzino. Una sua spiccata caratteristica risultò essere la struggente compassione per tutti quelli che soffrivano, sia persone sia uccelli ed animali in genere, a cui offriva cura e comprensione per i loro problemi. Naturalmente ciò lo rendeva un bambino amato da tutti quelli che venivano a contatto con lui. La sua principale aspirazione era di poter trovare un metodo semplice per curare tutti i mali e questa convinzione, una volta cresciuto, diventò la forza attivante di tutto il suo lavoro di patologo, batteriologo ed omeopata.

A vent’anni s’iscrisse all’Università di Birmingham e, nel 1914, ottenne la laurea in Medicina. Dal primo giorno in cui entrò all’ospedale dell’università fino al 1930, si allontanò ben poco da Londra; l’entusiasmo e l’intenso desiderio di trovare la cura per la guarigione completa assorbì completamente la sua vita escludendo qualsiasi altra cosa. Attraverso l’osservazione constatò che lo stesso trattamento non curava l'altrettanto malanno in tutti i pazienti. Poi si rese conto che pazienti con personalità o temperamenti simili rispondevano bene allo stesso trattamento laddove altri con gli stessi sintomi, ma con personalità diverse avevano bisogno di un altro tipo di cura, perciò apprese ben presto che la personalità di un individuo aveva maggior importanza del corpo nella scelta del trattamento del problema. Per tutta la sua vita ebbe grandi difficoltà ad accettare teorie preconcette fino a che non le aveva sperimentate su se stesso; per lui il solo modo per apprendere era l’osservazione e la sperimentazione. È famosa la sua affermazione –“Mi occorreranno cinque anni per dimenticare tutto ciò che mi è stato insegnato” come risposta a chi lo lodava per le lauree in medicina.
Continuando la sua pratica come Medico, rimaneva sempre meno soddisfatto dei risultati ottenuti con la medicina tradizionale constatando che sebbene molti pazienti migliorassero, non riuscivano a mantenere a lungo lo stato di salute e il problema principale era, secondo lui, che la maggioranza dei medici non aveva l’opportunità di studiare i propri pazienti, si concentravano troppo sul corpo fisico, tralasciando l'elemento umano e dimenticando l’unicità d’ogni individuo.
Sperando di trovare una risposta con la batteriologia, diventò Assistente Batteriologo dell’Ospedale del College Universitario e fece immediatamente una rivoluzionaria scoperta: alcuni germi intestinali, che fino allora erano stati considerati di scarsa importanza, erano strettamente connessi ai disturbi cronici e la loro cura. Questi germi erano presenti negli intestini sia di quelle persone sospettate malate di disturbi cronici sia in individui sani, ma nel primo caso in proporzione assai maggiore. Un vaccino derivante da questi germi e somministrato con iniezione avrebbe avuto l’effetto di “ripulire” il sistema dai veleni, causa del disturbo cronico.
Nel 1917, Bach ebbe una severa emorragia e svenne. Fu necessario un intervento d’urgenza, ma sebbene la sua vita fosse salva per il momento, fu avvisato che il male, rimosso localmente, si sarebbe presto propagato di nuovo e che gli restavano al massimo tre mesi di vita.
Ancora debolissimo, tornò al più presto ai laboratori dell’Ospedale per riuscire a finire il lavoro non terminato e s’immerse talmente negli esperimenti che perse il conto del tempo, lavorando giorno e notte finché la luce dei suoi laboratori fu chiamata “la luce che non si spenge mai”.
Dopo qualche mese si rese, però, conto che si sentiva meglio e si chiese quale fosse la ragione di questo miglioramento, del suo ritorno alla vita, e giunse alla conclusione che un interesse vivido, una grande passione, uno scopo trainante nella vita era un fattore decisivo per la felicità dell’uomo sulla terra ed era sicuramente l’incentivo che lo aveva aiutato a riacquistare la salute.
Nel frattempo i vaccini preparati dai batteri intestinali erano stati perfezionati per la somministrazione per via orale e venivano sempre più utilizzati dalla categoria medica nel trattamento dei disturbi cronici con eccellenti risultati. I suoi studi sulla tossiemia intestinale erano apprezzati ovunque e pubblicati in seguito sul giornale medico della Royal Society of Medicine nel 1920.
Ma il Dr Bach, non era ancora soddisfatto. Nel 1918, divenne Patologo e Batteriologo all’Ospedale Omeopatico di Londra e cominciò a studiare l’Organon dove riconobbe subito il genio di Hahneman che aveva a sua volta trovato la relazione fra disturbi cronici e “avvelenamento” intestinale molti anni prima e senza avvalersi d’apparecchiature scientifiche. Hahneman si era reso conto, come del resto anche lui, che il principio per una completa guarigione era curare il paziente e non la malattia; la parte emozionale, indipendentemente dalla problematica fisica. Questo principio divenne la base del nuovo sistema di medicina naturale che Edward Bach perfezionò non molti anni dopo. Un giorno di Settembre del 1928, partì, sull’onda di un’ispirazione, per il Wales, dove trovò due bellissime piante, Impatiens e Mimulus, vicino ad un ruscello di montagna. Le portò ai suoi laboratori di Londra e cominciò a preparare con loro dei rimedi con lo stesso metodo dei vaccini orali, rendendosi conto, con grande gioia, che con i pazienti a cui erano somministrati, in relazione alla loro personalità, otteneva risultati immediati e molto soddisfacenti. Quell’anno trovò ancora una pianta, Clematis, e queste furono le prime tre piante delle trent’otto che fecero parte del suo sistema di rimedi naturali. Tale fu la sua convinzione di poter rimpiazzare i suoi nosodi (vaccini batterici) con pure e semplici erbe di campo che decise, nel 1930, di abbandonare la sua ben pagata professione ad Harley Street a Londra e trasferirsi in aperta campagna dove poter trovare altre piante e cominciare il suo lavoro su basi completamente diverse. Aveva sempre pensato che fare il medico non fosse solo una professione, ma un’arte divina.
Gli anni successivi furono caratterizzati da una costante ricerca, come anche da privazioni per mancanza di denaro, ma tutto ciò per lui non importava e non lo distoglieva dalla sua missione. Con i contributi di pazienti grati per la guarigione e regali da amici che lo supportavano nella missione, riuscì a procedere con il suo lavoro. Le scoperte di nuovi rimedi e gli ottimi risultati che stava ottenendo erano la conferma che stava lavorando nella giusta direzione, guidato dalla “fonte divina” di tutte le cose. Aveva talmente sviluppato il senso del tatto che era in grado di percepire toccandola le vibrazioni e il potere che ogni pianta di suo interesse emetteva. Per la preparazione dei rimedi coglieva alcuni fiori della pianta prescelta e li metteva immediatamente in una ciotola di vetro piena d’acqua di sorgente, lasciandola nel campo in pieno sole per alcune ore fino a che l’acqua assumeva tutta l’energia della pianta. Aveva scoperto un nuovo modo di preparazione dei medicinali; il metodo della semplicità che aveva a lungo cercato, la semplicità della potenza del sole, la terra, l’aria e l’acqua, i quattro elementi uniti che lavoravano insieme per generare rimedi curativi di grande potere.
Nel suo primo libro, Guarisci te stesso, è descritto chiaramente come la malattia del corpo non è dovuta a cause fisiche, ma ad alcuni disturbi o stati mentali che interferiscono con la felicità innata d’ogni individuo, e come questi stati negativi, se protratti nel tempo, portano all’alterazione delle funzioni fisiologiche fino alla malattia, considerato che la mente ha il controllo completo delle condizioni fisiche d’ogni essere umano. Quindi, ogni alterazione emozionale, come la preoccupazione, paura o depressione potranno solo portare a mancanza di pace e serenità e comunicheranno con il corpo fisico, attraverso impulsi nervosi, causando disorganizzazione delle funzionalità proprie d’ogni organo e perdita di forma e vitalità. Ma non appena la mente riacquista la naturale pace e felicità, potrà comunicarle al corpo che automaticamente si libererà da qualsiasi malattia o malanno di cui soffre. Inoltre, sono proprio gli stessi stati emozionali ad indicare quale trattamento usare per la cura e la funzione dei nuovi rimedi della nuova farmacopea e avranno proprio il compito di assistere il paziente a liberarsi delle emozioni che causano la malattia. I rimedi erbacei avrebbero il potere di elevare le nostre vibrazioni riconnettendoci al proprio potere spirituale che libera la mente e il corpo e ci guarisce. Nel libro Bach rileva l’importanza della felicità nella nostra vita e non solo perché ci garantisce la salute, ma anche perché c’indica che stiamo vivendo la nostra esistenza al massimo, senza influenza da parte di altri. Così facendo possiamo essere di grande aiuto ai nostri simili, mettendoci al loro servizio. Quando qualcuno favorisce l’interferenza o la suggestione di altri che lo dissuadono dal seguire le proprie intime convinzioni, subentra uno stato conflittuale; paura, indecisione, odio e sentimenti simili lo assalgono, minacciando la propria serenità e la propria salute. La felicità vera risultante “dall’obbedire ai comandi dell’animo, il nostro Io superiore, che apprendiamo attraverso l’istinto e l’intuizione”, non è solamente un diritto di nascita, ma porta con sé tutte le qualità che cerchiamo di realizzare nella nostra vita: gentilezza, forza, coraggio, costanza, saggezza, pace ed amore. L’infelicità attrae verso di sé il lato opposto di queste qualità: avidità, crudeltà, egoismo, instabilità, ignoranza, orgoglio e odio e queste sono le cause sottostanti la malattia.
Bach stesso fu interamente guidato dall’intuizione e non solo nel proprio lavoro, ma anche nella sua vita personale. Era sempre lui stesso, naturale e spontaneo senza mai farsi influenzare dalle circostanze o da altri.
Il manoscritto fu pubblicato molti anni dopo perché inizialmente nessun editore voleva avere la responsabilità di divulgare un argomento così rivoluzionario.
Nei suoi studi sulla natura umana, Bach afferma che ogni individuo appartiene ad un preciso gruppo emozionale, che di base ha lo stesso tipo di personalità, carattere o temperamento.
Gli appartenenti ad ogni gruppo sono chiaramente riconoscibili dal loro atteggiamento, umore o attitudini mentali. Per esempio, al mare, il tipo nervoso è intimorito dal primo tuffo, il gruppo delle persone esitanti, indecise, prende tempo, prima di decidersi ad entrare in acqua; il fanatico ne prova prima la temperatura e così via, ognuno si comporta secondo la sua natura. Pertanto anche in altre circostanze ci comportiamo secondo il proprio temperamento, anche quando non ci sentiamo bene. La natura fisica del disturbo o della malattia non è quindi da prendere in considerazione; sono gli stati d’animo le indicazioni per il trattamento da prescrivere, dato che il corpo dipende dallo stato mentale e possono occorrere più rimedi per volta, ma sempre in considerazione degli stati emozionali, indipendentemente dal tipo di sintomo fisico.
Secondo Bach, le proprietà dei nuovi rimedi avrebbero ravvivato l’intera personalità del paziente che si sarebbe liberato da tutte le paure e preoccupazioni e con loro anche del disturbo fisico. Fino allora i medicinali avevano dato sollievo al solo sintomo fisico della malattia, ma non avevano attaccato la causa sottostante, lo stato d’animo, e il paziente era lasciato senza aiuto ad affrontare i suoi problemi mentali.
I primi importanti segnali del progresso nella cura erano i commenti del paziente del tipo “Mi sento molto meglio” oppure “Mi sento di nuovo me stesso” La ritrovata serenità della mente indicava l’arresto del male attivo attraverso la rimozione della causa, in altre parole lo stato d’animo disturbato. Le condizioni fisiche miglioravano e alla fine si stabilizzavano continuando il trattamento. Cura la personalità del paziente e non la malattia era il principio del nuovo sistema di medicina. Cura lo stato della mente e l’emozione e con il ritorno alla normalità, i disturbi, di qualsiasi natura fossero, se ne sarebbero andati. Bach quindi si concentrò sugli stati emozionali presenti in tutte le persone sofferenti di qualsiasi età e ne trovò dodici in totale: 1)Paura, 2)Terrore, 3) Preoccupazione ed agitazione mentale, 4)Indecisione, 5)Indifferenza o noia, 6)Dubbio e scoraggiamento, 7)Fanatismo, 8)Debolezza, 9)Sfiducia in sé, 10)Impazienza, 11)Entusiasmo eccessivo, 12)Orgoglio o isolamento. Ad ogni stato d’animo corrispondeva un rimedio o fiore specifico, preparato con il metodo del sole e aggiunta di Brandy per la conservazione dello stesso.
Poiché la professione Medica era restia ad accettare il suo nuovo metodo di cura, usando dei rimedi di tale semplicità, Bach decise di diffonderne la conoscenza tra il popolo scrivendo articoli e pubblicando annunci sui giornali. L’Ordine generale dei Medici cominciò quindi ad inviargli lettere avvisandolo che stava rischiando di essere rimosso dal Registro, ma ormai il suo interesse principale era diffondere la conoscenza della sua scoperta il più possibile in modo che tutti, d’ogni classe e professione, in qualsiasi paese del mondo, potesse usare da solo i rimedi ottenendo i buoni risultati che lui stesso aveva ottenuto fino allora.
Nel 1934 Bach si trasferì in una piccola casetta di campagna nel villaggio di Sotwell in Berkshire, si costruì tutti i mobili da solo e continuò la sua missione di insegnare alla gente come poteva curarsi da sola. Nel 1936 la propria resistenza fisica cominciò a venir meno; il suo corpo, che era stato un grande alleato fino allora, non sopportava più il peso d’altre avventure e fu costretto a letto. Non cessò in ogni modo di lavorare ed insegnò con grande impegno ai suoi collaboratori il nuovo sistema di cura, nel frattempo perfezionato. Voleva lasciare tutto ciò che aveva preparato con grande diligenza nelle loro mani e in quelle di coloro che lo stavano già utilizzando in tutto il mondo. La sua meravigliosa vitalità e abilità di alleggerire le proprie sofferenze, il suo innato senso dell’umorismo e il suo vivido interesse per le cose lo portavano a sperare di poter migliorare ancora una volta, ma divenne progressivamente più debole e, la sera del 27 Novembre 1936, morì nel sonno. Non aveva avuto una lunga esistenza, ma nei suoi cinquanta anni di vita aveva lavorato senza sosta e solo con un obiettivo in mente: trovare un metodo puro e semplice per guarire i malati. Aveva dedicato tutta la sua vita al servizio del prossimo e la sua generosità era stata tale che lasciava solo pochi effetti personali. Aveva sempre avuto l’abitudine di distruggere ogni appunto preso nel corso delle sue ricerche non appena aveva raggiunto le conclusioni finali e n’aveva pubblicato il risultato. Pensava così che non ci sarebbero stati conflitti di comprensione da parte del lettore. Il suo scopo era di rendere la cura di un malanno una cosa semplice e allontanare la paura nella mente di tutti di fronte al pensiero della malattia. Soleva dire: “Voglio renderla semplice in questo modo. - Ho fame, vado in giardino e colgo un mela; ho paura e non mi sento bene, prendo una dose di Mimulus-.”
Inoltre, anche la sua ambizione di trovare un metodo puro e semplice che portasse alla guarigione in modo indolore e senza stress era stata soddisfatta; i suoi trent’otto rimedi guariscono con gentilezza e in sicurezza, e dato che non derivano da piante velenose si possono somministrare senza la paura d’effetti secondari o prescrizioni errate. Possono essere assunti in concomitanza con altri medicinali senza influire su entrambi gli effetti, e il metodo di prescrizione è così semplice che ognuno può tenere i rimedi in casa ed usarli all’occorrenza.
Andando oggi a Mount Vernon, dove Bach ha vissuto i suoi ultimi anni di vita, troverete ancora tutti i mobili originali, il suo giardino e la Fondazione Bach che porta avanti la sua missione secondo le ultime istruzioni date ai suoi stretti collaboratori ed amici. I rimedi sono ancora preparati integralmente dalla Fondazione e distribuiti in tutto il mondo per mezzo di case farmaceutiche omeopatiche. Qui è insegnato il metodo originale a studenti provenienti da tantissime nazioni e da qui sono inviati fondi a persone bisognose. Si può godere dell’atmosfera piena di pace ed armonia e percepire la gioia di coloro che vi lavorano per un nobile scopo.
Bibliografia: The Medical Discoveries of Edwad Bach Phisician-Nora Weeks; Heal thyself – Edward Bach ; The twelve healers- Edward Bach; Free Yourself – Edward Bach.
Maggiori informazioni sui corsi approvati dalla Fondazione Bach: Spazio Ametista  tamaramacelloni@yahoo.it

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